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“L’Attimo Fulgente” di Giuseppe Pavanini, l’ultima mostra della Giorgio Chinea Art Cabinet.

Bella l’inaugurazione della mostra “L’Attimo Fulgente”, protagonista Giuseppe Pavanini. L’esposizione a cura di Giorgio Chinea Canale sarà visibile fino al primo dicembre alla Galleria Giorgio Chinea Art Cabinet in Piazzetta Cappellato Pedrocchi.

Giuseppe Pavanini è medico e chirurgo, ma è anche artista. È un espressionista astratto che ha già fatto importanti mostre istituzionali a Padova tra cui “Il Gesto e la Luce” alla Sala della Gran Guardia nel 2009 e “Superfici Dorate” in Galleria Samonà nel 2016.  Il suo principale punto riferimento stilistico, come d’altronde per tutti gli artisti che si avventurano nell’espressionismo astratto è senza ombra di dubbio Jackson Pollock. Tutti fanno i conti con lui. Punta di diamante della cosiddetta Scuola di New York che a partire dal secondo dopoguerra porta in dote alla storia dell’arte l’Action Painting (pittura d’azione), che con la tecnica del dripping, e il suo automatismo del gesto riesce addirittura gettare le basi per una primordiale forma di Happening

Ma se per Pollock e per gli altri maestri dell’informale la grande dimensione diviene massimo campo d’azione per esprimere la propria interiorità, trovo invece estremamente curioso come avvenga il contrario nel caso di Pavanini. I suoi pezzi più contenuti nelle dimensioni sono quelli che prediligo, e li preferisco per un motivo ben preciso, perché si fanno oggetti. 

Quando penso ai lavori di Pavanini: tele, tavole, stendardi, compensati, ma specialmente a quelli di piccole dimensioni come le tavolette, io penso al marmo, alle lastre di marmo; il nobile marmo, che qui si fa vivace e variopinto. – spiega Giorgio Chinea Canale – D’altronde astrazione e fantasia sono concetti spesso affini e io nelle sue opere ci vedo assolutamente delle splendide lastre marmoree, ruggenti, sfacciate, granitiche e rocciose. Non un marmo qualunque, bensì di provenienza remota: pianeti lontani, galassie inesplorate. Materia ferrea proveniente dai bastioni di Orione o forse dalle porte Tannhäuser. 

Giorgio Chinea Canale

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