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Hurt Me Babe

Parla Alex Toniato, uno dei due titolari di “Hurt Me Babe”: noi non tatuiamo solo simboli, ma storie di vita, prese di posizione…il tatuaggio è uno stile, rimane per sempre impresso nel corpo di chi lo fa, perché sottende la passione e il coinvolgimento emotivo tanto del tatuatore come del tatuato. Siamo quasi esteti, dermo-illustratori, di una bellezza che raccontiamo attraverso ciò che ci disegniamo nei corpi. Ed è per sempre, perché rende complice anima e corpo a 360 gradi”.

Entro in questo locale e mi sembra quasi di essere catapultata in un’altra epoca: tra cornici vittoriane, tende damascate, candele, luci soffuse e animali imbalsamati (dell’artista Alberto Michelon), l’ambiente è davvero suggestivo, ma allo stesso tempo accogliente e molto artistico. Le tende, in particolare modificano l’atmosfera di una stanza, perchè che cos’è più importante per il suo design se non le finestre? E in questo luogo esse creano un senso di glamour e romanticismo al tempo stesso, mentre ricordano un’ epoca lontana. Non sembra affatto di essere in un negozio di tatuaggi, se non fosse per un mobile in vetro che espone gioielli, anelli e collane in argento hand-made e opere artistiche, tra sacro e profano, ispirate al mondo dei tatuaggi (by “El Rana”, Arezzo). Appesi alle pareti stampe e quadretti d’arte quasi barocca sono in uno stile che contrasta appieno con quello delle stanze dove si eseguono i tatuaggi, che sono molto più “cliniche” e minimaliste.

Alex Toniato, 35 anni, titolare assieme ad Alberto Dogo, 33, di “Hurt me Babe”, negozio nel cuore di Padova, in ghetto, in via San Martino e Solferino 51, ci parla dei suoi inizi come tatuatore : “Io ho fatto la gavetta di apprendistato in un’ottimo studio della città, l’“ExTempora” di Franco Iasoni che è stato il mio insegnante, da cui ho imparato molto e poi, in 5 anni di apertura qui a Padova (non abbiamo quindi uno storico enorme) ci siamo fatti conoscere, arrivando allo stesso grado delle realtà che sono operative da 10 e più anni…. e in poco tempo siamo riusciti ad affermarci come punto di riferimento del tatuaggio sulla scena padovana ed anche a livello italiano.

“Abbiamo la fortuna di avere una clientela che va dai ragazzi appena maggiorenni, quindi giovani, addirittura qualche minorenne accompagnato dai genitori, all’avvocato, all’infermiere ,all’imprenditore fino al record di una signora di ottant’anni che è venuta poche settimane fa…dunque un target che va dai giovanissimi a gente molto più adulta. Abbiamo davvero un tipo di clientela molto varia”.

“Sinceramente a noi non interessa tanto questo perché la cosa bella è proprio il fatto di avere un pubblico talmente ampio e valido che, chi cerca la qualità, sia che provenga dall’ambiente più “easy” che da quello super “fighetto” di Padova viene a tatuarsi da noi perché ispiriamo fiducia, garantiamo un servizio di qualità (per esempio un austriaco l’altro giorno ha fatto quattro ore di macchina per venire a farsi tatuare la schiena da Marco Condor, abbiamo tatuato qualcuno che è venuto qua addirittura da Londra). Non puntiamo quindi affatto sul “business” di tatuare l’influencer o il famoso del momento e dire “allora siamo fighi”. Noi lavoriamo bene e per questo la gente viene. Infatti di Padova abbiamo tatuato mezza città, per questo ci danno e continuano a dare una grande fiducia, soprattutto i “locals” appunto, continua Alex…in ogni caso, anche all’estero ci conoscono: per esempio abbiamo fatto convention in città come Stoccolma, Singapore, abbiamo fatto Helsinki, San Pietroburgo (quando ancora si poteva andare in Russia nel 2019), siamo andati in Danimarca, abbiamo fatto qualche convention a livello estero portando a casa anche qualche premio e qualche bella soddisfazione in questi anni di apertura.

Un divertente aneddoto è che a Stoccolma l’ultima volta abbiamo preso due premi facendo dei peni tatuati (quindi se volete andare a Stoccolma andate assolutamente a vederli!). E poi, girando all’estero, abbiamo avuto la fortuna di conoscere artisti di fama internazionale. Per quanto riguarda la scena italiana capitano occasioni di collaborazione con gente del calibro di Rebecca “Zombie” Smania, Manuel Clementoni, Lorenzo “Berta” Bertini, Marco Condor, e tanti altri, insomma gente brava, davvero di ottimo livello, ognuna delle quali ha un suo stile particolare e dalla quale c’è tanto da imparare.

“Te lo spiego io. Ne parlavano proprio in un reel di Instagram l’altro giorno”, dice Alex. “Si tratta del fatto che tatuare non diventa più un lavoro, è proprio uno “stile di vita”, un “way of life”, direi un mood, una passione, nel senso che anche tu, come tatuatore, hai addosso, dalla mattina alla sera, i tatuaggi che ti sei fatto. Quindi non è un qualcosa che che tu dici “Ok, io lavoro tipo dalle 10 della mattina alle 19 della sera e poi ho finito, basta, non penso più ai tatuaggi e al mondo che ne ruota attorno. Non funziona così nel nostro caso. Perché quella cosa tu te la porti addosso anche dopo, a letto, la sera, la mattina, per sempre. Chi fa tatuaggi torna a casa e apre pagine di tatuaggi e di tatuatori famosi su Instagram, ha molte immagini di tatuaggi o di disegni sul telefono, spesso parla dell’argomento tattoo e delle nuove tecniche..insomma diventa quasi, non direi un’ossessione, perché mi sembra un termine un pò negativo, ma un qualcosa che ti coinvolge proprio a 360°.

Ogni tatuatore diventa un pò un’ ”azienda di se stesso” diciamo, e uno studio di un certo livello assembla l’ insieme di tutte queste passioni che sottendono questo mondo magico e un pò “mistico” se vogliamo”, prosegue Alberto: ”Per me si tratta anche di una questione di attitudine, nel senso che se hai la passione, allora ti migliori ogni giorno, sperimenti nuove tecniche, sei sempre sulla “cresta dell’onda”. E i tatuatori con cui collaboriamo sono persone che la vivono proprio così, a 360°, fanno solo quello nella vita.”

Alex risponde che “C’è chi si tatua per dare un significato a questo tatuaggio, magari perché ha vissuto un momento particolare, c’è poi chi riesce a coincidere un po’ la cosa del significato però si vede più tatuato a livello di numero di tatuaggi, quindi a livello estetico e lo fa allora per una questione puramente di “abbellimento”. Facendo un esempio su me stesso dice “Io ne ho veramente tanti di tatuaggi, mi mancano pochi punti del corpo, alcuni hanno un significato, di tanti altri invece mi piaceva solo l’idea di come potevo vedermi con questa “cosa” addosso, perché fin da quando ero più piccolo mi immaginavo pieno di tatuaggi e ho come obbiettivo arrivare lì … ad averne un tot che sia esteticamente affascinante”.

“Partiamo poi dal presupposto che non ho detto che il tatuaggio sia per tutti: effettivamente anche noi vediamo persone molto più inclini ad essere tatuate, più decise e convinte, ed altre che invece sono molto più volubili, cambiano idea spesso e volentieri… frequentemente capita che venga qualcuno, poi torni a casa poi ritorni, poi voglia farsi modificare, farsi aggiungere, magari ci dice “qua vorrei cambiare” oppure ci dà la caparra ma non è convinto di farlo, insomma persone indecise.

“Sempre per fare un esempio personale”, dice Alex, “Io mi sono pentito di molte scelte nel corso della vita, però per esempio di quella dei tatuaggi che ho no, infatti non ho mai pensato di coprirli se non per necessità di estetica, né di cancellarli, e nemmeno mi sono pentito di un significato o di un altro; invece ci sono persone che magari, sai, il nome della fidanzata è passeggero, allora quello ci sta che te ne puoi pentire. Ovviamente io sconsiglio sempre ai nostri clienti di fare il nome di persone che magari oggi ci sono e domani chissà… Piuttosto suggerisco di tatuarsi un simbolo, un disegno, un qualcosa che le richiami e appunto non tatuarsi nomi di persone che potrebbero essere “passeggere”. Infatti è per questo che noi facciamo una consulenza e cerchiamo di indirizzare sempre la nostra clientela prima di farsi tatuare qualcosa di cui si potrebbero pentire. Poi ognuno è libero di fare quello che vuole.

Oltretutto i tatuaggi si possono anche coprire. Noi facciamo molti “cover up” e questo capita perché parecchie persone si affidano, specialmente all’inizio, nelle mani sbagliate, magari per risparmiare un po’, per comodità, o perché l’amico ha fatto da passaparola. Quindi fanno dei lavori di cui poi non sono soddisfatti e vengono da noi per farsi mettere a posto quello che non gli va, tipo coprirli, modificarli e molto spesso noi lavoriamo tanto con questo tipo di situazioni, anche perché magari uno a distanza di anni si pente di una cosa fatta da ragazzino e allora possiamo intervenire in tanti modi.

Domanda forse banale a cui risponde Alberto: “ Direi perché un tatuaggio è per sempre. È una “presa di posizione”, come prima ti dicevamo, “ presa di posizione da parte della persona per un qualcosa alla quale o attribuisce un significato o viene appagato molto a livello estetico e che è unico, perché ognuno di noi sente a proprio modo, quindi una gratificazione a questo desiderio e a questo bisogno. Il tatuaggio diventa insomma il proprio “modo di esprimersi”, di “auto presentarsi al mondo”. Per esempio una persona, vivendo periodi della vita “diversi” tra loro, esprime un pò questo vissuto attraverso il suo corpo tatuato, magari anche con stili differenti. Nel mio caso, i tatuaggi fanno parte di me e c’è anche un percorso dietro ad essi: io ho iniziato che ne avevo 20 , adesso ne ho 33 quindi diciamo in 13 anni ho fatto più stili, più cose, però comunque se ci penso collego ogni tatuaggio ad un certo periodo della mia vita e ad un significato molto importante: alcuni li ho fatti da molto più giovane, quindi ero magari un po’ più trasgressivo, volevo affrontare il mondo con una carica tutta diversa, altri dopo, e ho cercato invece un qualcosa di più lineare, un po’ più in sintonia proprio con l’Alberto di oggi, quindi ho cambiato visione un po’ della vita e anche di conseguenza, dello stile dei tatuaggi nel mio corpo”. Per questo, dicevo, c’è anche un discorso estetico, perché oggi il tatuatore moderno, oltre ad essere un tatuatore è anche un dermo-illustratore, una cosa che va totalmente oltre, ossia si tratta di bellezza, di estetica, perché con le nuove tecniche si può dare un abbellimento al corpo più unico che raro.

Alex mi risponde, quasi sorridendo : “ Allora quello che mi ha insegnato a tatuare mi ha sempre detto: “impara bene a fare le scritte perché farei scritte dal primo giorno che tatui fino all’ultimo… sempre.” Quindi le scritte sono sempre molto gettonate, perché sono messaggi diretti, si capiscono subito, c’è un collegamento immediato, mentre un disegno può avere per me un significato, per te un altro.

“Ma” dice Alberto, “In questo caso, essendo degli sport in cui c’è tanta resistenza fisica possono collegare il tatuaggio quasi ad un “coronamento” della loro resistenza, della loro tempra, perché può essere un simbolo del fatto di dire “Ok io ce l’ho fatta a concludere un un IronMan” perché il tatuaggio comunque ricordiamoci che è sempre molto doloroso…cioè è una pratica dolorosa, come lo sport che fanno , perché si tratta di fatiche estreme ed estenuati a cui il corpo viene sottoposto. Ovvio che se si fa una cosa piccolissima non stiamo neanche a parlarne, ma uno che si fa una schiena intera lungo tutta la colonna vertebrale mettendoci 10 sedute per es, magari anche quella può essere una sorta di “prova di resistenza fisica e psicologica”, nel senso che simboleggia il fatto di dire “me lo sento mio, lo volevo mio, so che devo fare un certo percorso per concludere questo tatuaggio, che alla fine farà parte di me. E lo sportivo è sicuramente più abituato mentalmente a questo genere di percorso, perché quando ti prepari per affrontare queste discipline o gare così dure, devi allenarti un anno a fare un tot di km in bicicletta, a piedi, a nuoto, e si tratta di una preparazione oltre che fisica anche mentale. E i tatuaggi, specialmente quelli più impegnativi, se la mente non è perfettamente in “asset” , allora non sono neanche da fare.

“E tanti sportivi comunque ci tengono all’estetica perché se uno ha un bel fisico, molto spesso ci chiede come valorizzarlo”, dice Alex. “Però in realtà ci si tatua anche per coprire i difetti fisici: ossia per mascherarli, per esempio le smagliature, qualche cicatrice, oppure per valorizzare altre parti, perché sia il corpo sinuoso di un’ atleta femminile sia quello scolpito di un atleta maschile, viene fatto risaltare ancora di più con i tatuaggi. Possono quindi aiutare molto la persona a vedersi più bella esteticamente”.

Alex Toniato

“Mah, dice Alex, là dipende anche da persona a persona e dalla resistenza al dolore, perché i recettori del dolore che abbiamo nel corpo non sono tutti uguali, e disposti negli stessi punti, quindi quello che fa male a me non farà così male a te. Nel senso che quello che per uno può essere un dolore per un altro può essere un leggero fastidio e viceversa, poi ci sono delle persone (e io ne ho tatuate) che provano anche piacere magari nel “sopportare” una sofferenza che evidentemente non percepiscono come tale. Continua Alex, “ Io, per esempio, non ho affatto una grande resistenza al dolore, però sono pieno di tatuaggi, sono testardo, però poi c’è quella sorta di piacere di dire…”ok! me la metto via, ho sofferto ma mi sono impresso una cosa che mi sono diciamo “sudato” e quasi “guadagnato”, quindi c’è anche quella sorta di “soddisfazione” nell’aver raggiunto qualcosa attraverso un percorso che può far male fisicamente ma che ti fortifica psicologicamente. Ovviamente ci sono veramente dei punti che fanno cantare: sotto le ascelle per esempio.

In generale, comunque facciamo tanti tatuaggi, anche i più strani: io ho tatuato di tutto, perchè la gente si fa veramente qualsiasi cosa: dalla fetta di pizza, alla carta igienica, alla moka del caffè, ad animali con le testa del pene, insomma i soggetti che andiamo a tatuare sono veramente vari e svariati ed è anche questa la cosa “stravagante” di questo lavoro perché è tanto artistico, ti permette di sviluppare anche delle idee che magari non ti sarebbero mai venuto in mente. Ovviamente noi consigliamo sempre il cliente, non tatuiamo a caso quello che ci chiede, perché offriamo un servizio a 360 gradi: da noi è tutto “customizzato”, fatto “ad hoc” per le esigenze della persona, progettato per il suo corpo. Quindi c’è anche uno studio anatomico ed estetico molto importante. Anche perchè, prima di arrivare a farti fare certe cose, magari molto elaborate o che richiedono parecchie sedute, è quasi d’obbligo un’attenzione del genere…. noi non facciamo progetti che non ci convincono solo per portare a casa magari il cliente, perché dopo è proprio lui a non essere soddisfatto, quindi non realizziamo quello che è il nostro obiettivo principale. Poi certo, siamo sempre aperti a nuove idee e quindi se sono delle belle creazioni siamo aperti a sviluppare il progetto facendo la consulenza prima.

“Beh certamente”, dice Alex, “la pelle cambia, ci sono texture di pelle diversi. Quando superi i cinquant’anni si comincia ad avere una pelle meno tonica quindi tatuarla risulta anche più difficile. E non solo cambia la pelle, ma anche il passaggio da un punto ad un’altro del corpo, perché la sensibilità è molto diversa. Un buon tatuatore deve quindi assolutamente sapere non solo che la pelle di un ventenne non è come quella di uno di 80enne, ma anche che le varie parti del corpo hanno irrorazioni del sangue diverse. Quindi bisogna fare attenzione anche a molteplici aspetti. Oltre che di creatività è un lavoro di tecnicità e abilità che si matura con gli anni e con la pratica”. Del resto, come dice anche il nome non certo casuale del negozio, “HURT ME BABE”, la filosofia è un pò quella sì di farsi del male “diciamo” che però viene sublimato nel momento stesso in cui “serve” a creare un simbolo, il tatuaggio, che diventa parte della persona e forse un pò anche della sua personalità.

Insomma questo “LAVORO / PASSIONE” diventa quasi un “Life Style”, un “Way of Life” e chi l’avrebbe mai detto che questo meraviglioso mondo fosse così suggestivo e avvolto da un’aurea quasi di mistero e magia ma anche di accortezza e professionalità così perfettamente coniugate?

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