Sarà presentato venerdì 14 febbraio alle 19.30 L’AMORE PERFETTO, il primo libro di Annapaola Xodo edito da MIG. Annapaola si racconta affrontando le insicurezze, la malattia dopo un intervento di mastoplastica additiva , la rinascita.

Annapaola è una ragazza di trent’anni che a causa di un’insicurezza arrivata ”da fuori”, e cresciuta oltre misura, si è ammalata di una malattia silenziosa che in Italia, fino a poco tempo fa -e prima del suo caso – non aveva nemmeno un nome.

Nel corso di otto anni questa malattia – la Breast Implant Illness -ha progressivamente complicato la sua vita, minando gravemente la sua salute, azzerando le sue energie e mettendo in crisi rapporti e relazioni. Quel che è peggio è che data la diffusione degli interventi di mastoplastica additiva (un desiderio molto spesso presente nelle ragazze e nelle donne, influenzate dal canto delle sirene dei media) rischia di colpire un numero molto grande di persone ignare.

Per colpa della malattia, e per diffonderne la conoscenza, Annapaola ha affrontato l’indifferenza – quando non addirittura l’ignoranza – dei medici e lo scetticismo delle persone. Ora sta rinascendo: grazie ad un intervento chirurgico salvifico affrontato negli Stati Uniti, alle terapie, alle persone che non l’hanno mai abbandonata, e soprattutto alla sua voglia di vivere, di creare, di dare.

Oggi moltissime donne che dimostrano un coraggio straordinario in numerosi ambiti della loro vita crollano davanti allo specchio. Lottano con tutte le loro forze per essere trattate con il rispetto che meritano, ma ogni tanto sembrano disposte a rinunciarvi per poter cambiare la propria esteriorità. A fare da sfondo al concetto di malattia della bellezza c’è il grande paradosso della società contemporanea: le donne si indignano e criticano gli ideali estetici utopici imposti dai media e dalla cultura moderna in generale, ma si sentono al contempo costrette a emulare quelle immagini per sentirsi apprezzate. Apprezzate da quella stessa società che le sminuisce. Nella cultura contemporanea le donne vengono costantemente aggredite con standard di bellezza che non potranno mai rispettare, ma nel momento in cui dimostrano di preoccuparsi del loro aspetto, vengono tacciate di superficialità. E il ciclo continua. Quella della bellezza non è una malattia canonica. I suoi sintomi non emergono da una radiografia o da un esame del sangue; come per altre patologie è però possibile osservarne gli effetti generalizzati e devastanti. Alcuni sono evidenti, come i disturbi alimentari e la richiesta sempre più alta di interventi di chirurgia plastica; altri sono più subdoli, come le ore che una ragazza può impiegare per scattare il selfie perfetto da postare sui social media. Anche se la malattia della bellezza non è diagnosticabile da un medico o da uno psicologo, qualsiasi operatore sanitario che lavora a stretto contatto con le donne l’ha incontrata. Tutti noi l’abbiamo incontrata.

L’Amore Perfetto di Annapaola Xodo è un libro da leggere per comprendere i nostri limiti e capire che non esistono corpi e amori perfetti. E per prendere coscienza del fatto che, anche senza stravolgere la nostra immagine abbiamo tutte – ma proprio tutte – le carte in regola per cambiare il mondo.

Il libro: L’AMORE PERFETTO

Annapaola Xodo decide di scrivere L’Amore perfetto per raccontare il viaggio che ha fatto attraverso questi trent’anni difficili. Il senso del libro lo si trova nel sottotitolo:

Come ho cercato di diventare perfetta per l ‘amore ideale, e ho invece scoperto attraverso la sofferenza che l ‘amore perfetto è solo quello che si ha per sé stessi.

Il racconto inizia dalla sua infanzia – un ‘infanzia che non è stata semplice né spensierata, segnata da un padre difficile la cui sola presenza annientava la sua (assieme al suo spirito), e dal divorzio dei suoi genitori – per poi raccontare le relazioni sentimentali che ha avuto.

Relazioni importanti, intense, di quelle che ti cambiano la vita: la prima che ti catapulta in un mondo più grande di te, la seconda adulta e matura, la terza impetuosa, ma anche brevissima. Soprattutto mostra come queste abbiano contribuito al nascere delle insicurezze e delle diffidenze che hanno intossicato la sua vita, rendendola quasi irriconoscibile alle persone a lei più vicine. C’è poi la malattia – Breast Implant Illness- incomprensibile e dismessa dai medici come ”inesistente”, il calvario lungo e difficile fatto di ingressi al pronto soccorso e certificati di malattia, la stanchezza … e c’è la rinascita: l’entrata in scena del suo futuro marito, la scoperta della chirurga che l’ha capita, seguita e guarita, il matrimonio, e ora la vita che ricomincia.

Ma il libro non si conclude nel solo racconto della sua storia. In realtà c’è un altro tema che vuole affrontare: l’amore verso sé stessi.

Molto spesso noi donne rischiamo di essere succubi della società, del mondo esterno, delle persone che ci circondano… finanche dei nostri uomini. Troppo facilmente lasciamo che le nostre ali vengano tarpate, che le decisioni vengano prese per noi, che ”quello che è meglio per noi” venga scelto da altri.

Nel corso della sua malattia (e della guarigione) Annapaola ha imparato le più basilari delle lezioni: che la vita è bella a prescindere da quello che ci può capitare, che l’amore verso noi stesse è la risorsa più importante che abbiamo, che dobbiamo amarci -noi per prime -per come siamo, e che fare tutto quello che vogliamo (in senso positivo) è quello che ci permette, poi, di restituire l’amore agli altri. Annientarsi per amori “malati” e insicurezze non serve a nessuno. E’ solamente uno spreco doloroso.

Forse è per questo che Annapaola Xodo vive un grande contrasto. E’ sempre stata una ragazza matura, decisa e responsabile. Determinata. Ma essere stata costretta a percorrere questi anni portando fin da subito, dall’infanzia, un bagaglio troppo pesante, l’ha lasciata ancora un po’ bambina. Una sensibilità spiccata, l’entusiasmo, i sogni puri e semplici e la voglia di essere stupita dalla meraviglia: sono anche questi tratti del suo carattere.

Incontro con l’autrice, venerdì 14 febbraio alle ore 19.30 presso il Barco Teatro, via Orto Botanico, 12, Padova.

A proposito dell'autore

Caporedattrice

Una laurea in lettere con la predilezione per l'organizzazione di eventi. Amante di tutto ciò che fa perdere tempo e contribuisce a trascurare la concretezza, aiutata in questo da astratti studi umanistici. Una passionaria. Di tacchi a spillo e vestiti. Di viaggi e letteratura. Di enogastronomia e scrittura. Di cucina e vino. Della carne che cuoce sulla brace e del rito magico delle tagliatelle fatte in casa. Delle mille storie che ti racconta un vino e dei ricordi che ci puoi nascondere dentro. Dei filari di viti immersi nella luce calda dell’imbrunire, con tutta la loro poesia. Della vita. Ha dei gusti semplici, si accontenta sempre del meglio. Lo diceva anche Oscar Wilde. Un'Amélie Poulain di provincia che sogna le grandi metropoli e coltiva un amore profondo per Milano. Si commuove di fronte al suono di un pianoforte, alle mille sfumature rosa dei tramonti, ai quadri impressionisti e ai vestiti di Giambattista Valli

Post correlati