Dallo scrigno di memorie e passioni personali Alessandro De Benedetti trae i riferimenti che allestiscono lo scenario: nell’amata cinematografia trova il film “Picnic a Hanging Rock” in cui s’inebria dell’innocente candore femminile delle tuniche virginali d’inizio ‘900, nella fantasia dei miti evocativo di Riyoko Ikeda scorge i personaggi che indossano l’ambiguità di genere nelle vesti da cavaliere di fine ‘700.

Di capo in capo, tutta la collezione compone l’armonia di un guardaroba trasversale: le epoche si mescolano nell’incontro atemporale, i rimandi maschili e femminili si contrappongono nell’interno lavorato con minuzia e si celebrano nell’esterno sensuale che accoglie le identità sartoriali. Il dualismo avviene nelle giacche, che nate dalla costruzione maschile s’ammorbidiscono nella grazia femminile: come ne “Il Cavaliere” in cui la struttura solida è tranciata in due e poi raccolta dalla gentilezza del macro-volant in macramé arricciato; come ne “Il Conte di Fersen” dove il laccetto è l’indizio del corsetto cucito sulla schiena per plasmare la silhouette armoniosa. Si manifesta nella contraddizione del volume gonfio di quella che sembra una gonna, ma cela la verità maschile del macro-pantalone con la patta dal taglio stondato. Il denim dei jeans di una volta smontati e riassemblati nel completo de “Il Cacciatore”; il cotone ricamato con minuti trafori floreali che sembra pizzo; la tundra di seta che nella sua rigida ruvidezza sorregge l’ampiezza nobile delle gonne, come in “Maria Antonietta”.

La presenza dell’arte di Romeo Gigli si deposita come essenza viva, sottile, preziosa, attraverso le trame dell’ispirazione e i gesti della lavorazione: compare nella forma di tulipano che plasma le gonne, e nei gilet minuti che puntellano gli outfit; guida la meraviglia delle pieghe che danno vita alle camicie come in “Origami”; riporta dal passato l’iconica giacca-cappa con abbottonatura maschile reinterpretata nella schiettezza del lino-seta lavato; instilla le atmosfere storiche immaginifiche abitate da donne che dalle visioni preraffaellita e bizantina risalgono a suggestioni ancestrali del mondo.